storia di un
successo
"Quanto sono lontani un triciclo a pedali con un cassone di legno da un automezzo dotato di cestello a braccio? O un seghetto a mano da una fresa computerizzata 3D?"



Urbe Pubblicità, la storia di un successo da più di 80 anni. Nel 1935 Trento Cappelli fondò la Urbe Neon. In quel tempo, le insegne luminose, si realizzavano tagliando con il seghetto a mano le lettere di metallo e, sulla base di un disegno, il tubo di vetro veniva sagomato a caldo con la fiamma, soffiando all’interno per far sì che non si spegnesse (gli addetti a questa lavorazione prendevano il nome di “soffiatori”). La canna di vetro veniva poi polverata in base al colore della scritta scelta dal cliente. In seguito, alle due estremità del tubo, venivano saldati gli elettrodi, attraverso i quali, con delle speciali pompe, si estraeva l’aria, si immetteva il gas neon e con un trasformatore (utile ad elevare la tensione da bassa ad alta) venivano accesi.




All’epoca, la curiosità che destava questa tecnica era talmente tanta che i passanti si fermavano sotto ai negozi nell’attesa di vedere l’effetto dell’insegna illuminata. Negli anni ’60, con l’avvento della plastica, anche le caratteristiche delle insegne cambiarono: al posto delle uniche lettere di metallo, infatti, si affiancarono lettere sagomate in plexiglass con costa di metallo e cassonetti (realizzati con i primi trafori elettrici) e con pannelli frontali realizzati sempre in plexiglass, dato che la plastica permetteva una migliore diffusione della luce emessa dal tubo neon interno. Nel 1970, la Urbe Pubblicità, incorporò la Urbe Neon di Trento Cappelli, diventando così una S.a.s., ed i soci accomandatari Armando e Franco Cappelli (figli di Trento Cappelli), diedero vita ad un’unica azienda. La nuova società iniziò ad occuparsi, su tutto il territorio romano, anche del noleggio di spazi pubblicitari regolarmente autorizzati dal Comune di Roma, attualmente ancora in opera. Si continuò così fino a metà degli anni ’90, quando Stefano (figlio di Armando Cappelli) iniziò la sua collaborazione all’interno dell’azienda, introducendo delle importanti novità come la fresa computerizzata 3D per la lavorazione della plastica e del metallo ed il Plotter per la stampa digitale in alta definizione. Nel 2003, Stefano, prendendo il posto del papà, diventò socio accomandatario e nel 2010 unico amministratore. Urbe Pubblicità, la storia continua